Sul numero 19 di Vanity Fair di questa settimana c'è un piccolo articolo a pag. 46 e 48 intitolato "Mucche e polli, l'orrore è servito". L'autrice è Stefania Prandi.
MUCCHE E POLLI, L'ORRORE è SERVITO
Dopo il caso di Green Hill, ci siamo intrufolati in altri allevamente-lager lombardi.
Dove il fine è diverso - la nostra tavola, non la scienza - ma il (mal)trattamento è lo stesso
di Stefania Prandi
Maiali che si mangiano tra loro, polli e galline stipati a migliaia di pochi metri, vitelli strappati dalle madri appena nati.
In tutta Italia si discute dei Beagle liberati dall’allevamento di Green
Hill, diventati simbolo della battaglia contro il maltrattamento degli
animali, ma come se la passano gli altri?
In che condizioni vengono allevati quelli che ci mettiamo ogni giorno in tavola?
Per scoprirlo, e documentarlo, gli attivisti Nemesi Animale – primo
gruppo in Italia, con Esseri Animali , che si occupa di
<<investigazione>> - hanno iniziato a infiltrarsi di notte,
con telecamere e macchine fotografiche, negli allevamenti industriali
della
Lombardia, la regione italiana dove si produce più carne.
Ecco la cronaca di un’ incursione.
CARNE IN GABBIA E URINA
Nei casermoni di cemento dove sono rinchiusi dai 5 ai 10 mila maiali
(nei più grandi si arriva a 20 mila), l’odore di carne mista a urina e
feci è intenso.
Le scrofe gonfie di latte sono strette tra sbarre di metallo e quando si muovono, a volte, schiacciano i cuccioli.
Ci sono piccoli cadaveri dentro e fuori i box di cemento, in parte divorati dai topi.
<<altri vengono mangiati dai loro fratelli. Il cannibalismo è
pratica comune fra gli animali in prigionia>>, ci spiega Lorenzo,
24 anni, attivista di Nemesi e studente di veterinaria.
<<nei box per lo svezzamento si staccano pezzi di orecchie a vicenda>>.
Per legge i cadaveri vanno messi in celle frigorifere, ma il personale non sempre riesce a fare pulizia quotidianamente.
Alcuni maiali hanno tumefazioni sul dorso e sulle zampe.
<<i tumori sono frequenti>>, spiega Claudio,<<a causa
dell’ipertrofia: i maiali sono selezionati geneticamente per ingrassare
il più possibile. Sono così grossi che a volte crollano sotto il loro
stesso peso e si spezzano le zampe>>.
Su alcuni animali si vedono cartelli con scritto <<diarrea>>
e <<se fa meno di 10 cuccioli mandarla al macello>>.
QUI NON SI VEDE IL SOLE
I polli vengono cresciuti a terra, stipati in enormi capannoni open space da 10 mila capi.
Hanno tutti il becco tagliato,per fare in modo che non si uccidano tra
loro, e trascorrono la loro breve esistenza su pavimenti coperti da
escrementi.
Ai lati, cadaveri schiacciati e in parte mangiati.
<<vengono gonfiati di cibo in pochi mesi>>, spiega un’altra
attivista, Francesca,<<e poi raccolti in massa per il macello. Una
macchina con braccia meccaniche li rastrella per infilarli in gabbiette
di metallo. Inutile dire che molti muoiono. Una volta presi
tutti, il capannone viene lavato, disinfettato e riempito di
pulcini>>.
Non va meglio alle galline ovaiole.
Ferite, spennate, sbeccate, vivono in gabbie a più piani (fino a sette) senza vedere mai il sole.
<<la luce artificiale perenne fa sì che producano uova a ciclo
continuo>>, spiega Brenda, 26 anni, da 10 vegetariana, da 6
vegana.
<<a un anno sono già vecchie, con v**ine purulente>>.
In molti di questi allevamenti si vedono scatolette da cui partono i
fili elettrici per tenere lontani i topi che si mangiano le galline
morte schiacciate.
AIUTO, MAMMA
Gli allevamenti di mucche e vitelli sono forse i meno impressionanti,
per l’aria aperta e gli spazi di passaggio relativamente ampi.
Ma la realtà è un’altra.
I piccoli vengono strappati alle madri a poche settimane alla nascita e
imprigionati in minuscoli box poco distanti: sentono l’odore della madre
senza poterla raggiungere.
Il dolore li rende catatonici e immobili.
<<può succedere che vengano lasciati per giorni senza acqua né
cibo perché sono animali poco redditizi>>, racconta Claudio, di 36
anni, il più anziano del gruppo.
<<spesso il prezzo di un vitello sul mercato non copre nemmeno le
spese del suo sostentamento. A volte vengono buttati vivi nei
cassonetti>>.
L’inseminazione artificiale a cui sono continuamente sottoposte le
mucche non è quindi finalizzata ai vitelli, ma al latte che producono di
continuo.
AUTO-CANNIBALISMO
Tra i conigli, chiusi in 3 o 4 a gabbia, i fenomeni di auto-cannibalismo sono frequenti.
<<abbiamo visto un coniglietto con le zampe posteriori paralizzate, che se le stava mangiando>>, racconta Lorenzo.
Negli allevamenti c’è un forte odore di ammoniaca, contenuta nell’urina
che passa dalle grate del pavimento, e che rende l’aria irrespirabile.
Ma i conigli non devono sopportarla a lungo: vivono pochi mesi, per poi finire dritti sulle nostre tavole.
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